P.E.V. , P.E.R.G. ed E.R.G.

P.E.V. – Potenziali Evocati Visivi

L’esame P.E.V. consiste nella registrazione degli impulsi elettrici generati dalle strutture nervose dalla retina fino all’area visiva del cervello in seguito a stimoli strutturati a scacchiera alternante.

Tale esame di indagine diagnostica viene usato per rilevare eventuali danni al sistema nervoso che compromettono la capacità visiva del paziente, e va a misurare il tempo che intercorre tra uno stimolo visivo e il segnale rilevato dalle apparecchiature in grado di registrare l’attività elettrica dell’interessato.

Al paziente viene chiesto di visualizzare un monitor in cui si alternano dei quadrati di colore bianco e nero e gli viene chiesto di segnalare tale variazione; il test dei potenziali evocati esamina l’integrità del nervo ottico, quindi la sua capacità di conduzione degli stimoli nervosi ed in particolar modo la latenza, ossia, il tempo che intercorre tra lo stimolo visivo e il potenziale registrato.

Alla fine dell’esame, si otterrà un tracciato ad onde nel quale si riscontreranno sette componenti elettriche, alcune positive (onde dispari) ed altre negative (onde pari), che hanno differente ampiezza e latenza.

P.E.R.G. – ElettroRetinoGramma da Pattern

L’elettroretinogramma evocato da uno stimolo è chiamato PERG.
Mentre gli ERG vengono generati a livello delle lamine retiniche esterne, i PERG trovano origine negli strati retinici interni.
Inoltre, la registrazione dei PERG consente di monitorare l’attività delle cellule ganglionari, dato utile nella diagnosi e nel monitoraggio di diverse patologie quali il glaucoma, retinopatie o alterazioni del nervo ottico.

E.R.G. – ElettroRetinoGramma

L’esame E.R.G. studia l’attività retinica stimolata da fonti luminose; lo studio di tale esame diagnostico si focalizza sui potenziali d’azione generati dai fotorecettori e dalle altre componenti cellulari della retina.

Il tracciato ottenuto da questo esame prende il nome di ElettroRetinoGramma e consiste nella somma algebrica di tutti i potenziali, non solo quelli dei fotorecettori ma anche quelli degli altri componenti della retina.

Grazie all’esecuzione di tale esame diagnostico, lo specialista può valutare patologie quali le degenerazioni vitreo-retiniche, il distacco di retina, la retinopatia pigmentosa, diabetica ed ipertensiva, il glaucoma e alcuni casi di degenerazione maculare.

Alla fine dell’esame, si otterrà un tracciato ad onde nel quale si riscontrano cinque componenti positive e cinque negative

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