CURA DEGENERAZIONI MACULARI
Gli anti-VEGF: la vera rivoluzione in Oculistica
Con l’approvazione definitiva del Macugen e del Lucentis, si suggella per la prima volta l’esistenza di farmaci che possano CURARE, almeno parzialmente, le degenerazioni maculari, gli edemi retinici diabetici e post-trombotici. Questi farmaci vengono somministrati direttamente nel bulbo oculare, in ambiente sterile e previa anestesia, e consentono di distruggere i cosiddetti “neovasi” che compongono le membrane neovascolari, spesso alla base dei fenomeni degenerativi retinici. La terapia necessita di essere ripetuta periodicamente ma finalmente, e con sorpresa, abbiamo potuto notare un miglioramento della vista in pazienti letteralmente (e legittimamente) “angosciati” da questa invalidante malattia.
Gli anti-VEGF, che vengono iniettati all’interno dell’occhio e contrastano la crescita dei vasi, sono già stati registrati presso FDA ed EMEA. In alcuni paesi come Gran Bretagna, Francia, Spagna, Germania e Grecia sono rimborsati dal SSN, mentre in Italia sono a carico dei pazienti. E’ stato invece liberalizzato (ed è rimborsabile) per l’uso intraoculare un prodotto meno costoso, l’Avastina, ma registrato per la terapia del tumore del colon retto.
I risultati degli studi sul Lucentis (nome della molecola: ranibizumab), pubblicati su New England Journal of Medicine, mostrano che in 40 casi su 100 c’è un netto miglioramento e si arresta il processo degenerativo della retina e nel 95% dei casi si mantiene la propria funzione visiva. Il trattamento prevede un’iniezione all’interno dell’occhio al mese per 3 mesi consecutivi. Il medicinale permette di mantenere e, in una percentuale significativa, migliorare la funzionalità visiva recuperando non solo la visione ma anche la propria autonomia nello svolgimento delle attività di vita quotidiane.

Un recente studio (Br J Ophthalmol 2007; 91: 753-6) suggerisce che il monitoraggio regolare dei pazienti affetti da degenerazione maculare (DMLE) da parte di oculisti e l’intervento di questi in caso di marcate diminuzioni dell’acuità visiva potrebbero determinare il rilevamento di recidive che sarebbero sfuggite alla diagnosi tempestiva se i pazienti fossero stati ricontrollati solo sulla base dell’iniziativa personale.
L’iniezione di anti-VEGF ha quasi soppiantato la terapia fotodinamica per il trattamento di questa malattia, ma potrebbe essere associata a tassi di recidiva differenti, ed i tassi rilevati con la terapia fotodinamica rappresentano ora una pietra di paragone a cui tutti gli altri trattamenti dovranno essere raffrontati.
E’ necessario ricordare che il paziente affetto da DMLE va incontro in genere anche a difficoltà motorie e ad un aggravio psicologico che ha degli effetti debilitanti tanto che, secondo recenti studi, i pazienti affetti da questa patologia risultano vivere una condizione psicologica addirittura peggiore di quelli colpiti da altre patologie croniche.
Il deficit funzionale derivato dalla DMLE è stato purtroppo sempre sottovalutato. La DMLE, infatti, non diversamente per esempio dalle malattie oncologiche, compromette pesantemente la qualità della vita del paziente, che si calcola si riduca del 60%. Nei pazienti affetti da DMLE vi è anche un aumento del rischio di danni causati da cadute accidentali dovute alla riduzione della mobilità e il 30% presenta depressione dovuta alla condizione di isolamento sociale e alla perdita di autostima.
La Degenerazione Maculare nelle sue diverse forme, “secca” o “umida”, comporta un deterioramento progressivo della macula, la parte più centrale della retina, responsabile della visione distinta. I pazienti vedono le forme distorte e la visione centrale viene persa, mentre rimane intatta quella laterale. Attualmente in Italia circa 1 milione di persone presenta i primi segni di questa malattia. La Degenerazione Maculare colpisce l’1 per cento della popolazione oltre i 50 anni, il 14 per cento degli ultra 75enni, mentre oltre il 30 per cento degli ultra 85enni sono affetti dalla forma più grave di degenerazione maculare, la neovascolare o umida.
Domande frequenti
Sono farmaci che possono essere usati anche per le trombosi retiniche?
Si, sono molto efficaci anche nel ridurre le raccolte di liquido sottoretinico che si formano in seguito a fenomeni ischemici come le trombosi. Per lo stesso motivo vengono utilizzati anche nella retinopatia diabetica, per contrastare l’edema maculare.
E’ un farmaco utile anche per la Retinite Pigmentosa ?
No, purtroppo la genesi della retinite pigmentosa è ben differente; il meccanismo d’azione degli anti-VEGF non ci consente di creare aspettative in pazienti affetti da quest’altra invalidante malatia retinica.
Quali differenze esisitono fra il Lucentis e l’Avastina?
Sono entrambi dei farmaci che si oppongono al fattore di crescita dell’endotelio vascolare e sono pertanto utili in molte patologie retiniche. Il Lucentis, rispetto all’Avastina, gode del vantaggio di essere stato ufficialmente autorizzato per l’uso intraoculare, laddove l’Avastina, seppur diffusamente utilizzata, è stata in realtà creata per patologie tumorali a carico del colon, e viene utilizzato in oculistica in modo “off-label”, ossia senza il supporto di studi scientifici appositi.
Crediamo, comunque, che la decisione su QUALE antivegf utilizzare sia esclusivamente di competenza del medico che segue il caso in questione.
Antonio Pascotto